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Trento, 19 gennaio 2007
«TURISMO DEI DETENUTI? È INEVITABILE»
Boato bacchetta Grisenti: «Comprendo le sue ragioni, ma la competenza è statale»
Intervista a Marco Boato
del Corriere del Trentino di venerdì 19 gennaio 2007

«Condivido la preoccupazione di Grisenti, ma non la rigidità con cui la richiesta è espressa. Sintomo di un atteggiamento comune a molti politici trentini, affetti da un eccessivo provincialismo e localismo».

Il deputato trentino Marco Boato (Verdi) risponde alle dichiarazioni di Silvano Grisenti, assessore provinciale ad opere pubbliche ed enti locali, che l'altro ieri era intervenuto nel corso dell'incontro in tema di immigrazione alla presenza del sottosegretario Cristina De Luca. L'assessore aveva criticato la pratica statale di fare del Trentino «una terra di turismo dei carcerati, che fa sì che nelle carceri in provincia più del 50% dei detenuti venga da fuori».

Boato, le affermazioni di Grisenti hanno come bersaglio le istituzioni romane. A lei che vive la politica della capitale che effetto le fanno?
«Condivido la preoccupazione che vi sta dietro. L'eccessiva presenza di detenuti esterni potrebbe deteriorare le condizioni di vita e quindi la funzione rieducativa del carcere. A maggior ragione con l'ipotesi di realizzare il nuovo carcere. Tuttavia, non posso essere d'accordo rispetto alla rigidità con cui è stata espressa la richiesta. La competenza in materia carceraria appartiene in via esclusiva allo Stato, che deve tenere conto delle diverse esigenze, giudiziarie, di sicurezza, di disponibilità, con una certa elasticità».

Una delle esigenze statali potrebbe anche essere, ad esempio, l'opportunità di allontanare detenuti per reati di stampo mafioso dai contesti di origine?
«Certamente. Ci sono motivi di trasferimento legati al tipo di persone recluse, che lo Stato ha il dovere di tenere in considerazione assieme a tutti gli altri elementi. Non si può certo pretendere che i detenuti di una struttura siano tutti locali. Dichiarazioni di questo tipo denotano un aspetto comune a molti politici trentini. Un eccesso di localismo e provincialismo, che porta a pensare il Trentino come una sorta di piccolo Stato».

Tornando all'ambito carcerario, lei aveva presentato un disegno di legge per la riforma del sistema penitenziario italiano. A che punto siamo?
«Ad inizio legislatura ho depositato una proposta di legge per la riforma organica del settore. Un atto doveroso, visto che la legislazione attuale risale al 1975. Occorre tutelare meglio l'articolo 27 della Costituzione, che garantisce al condannato un trattamento secondo umanità e orientato alla rieducazione. Condizioni negate vista la drammatica situazione di sovraffollamento a cui l'indulto ha posto rimedio. Un provvedimento impopolare, ma per me assolutamente necessario. Bisogna però sottolineare che questo tipo di intervento ha carattere emergenziale. Adesso serve una riforma organica, anche se dubito che vedrà la luce in questa legislatura».

Di carcere si parla anche in rapporto all'immigrazione. Soprattutto per la massiccia presenza di detenuti clandestini. Qual è la sua valutazione sulla legge Bossi Fini, che regola la materia?
«La normativa ha nettamente peggiorato il governo dell'immigrazione nel nostro Paese. Ha ridotto i canali di ingresso regolare in Italia, facilitando quelli irregolari. E l'equiparazione tra ingresso clandestino e reato ha portato in carcere migliaia di persone che prima erano libere. Occorre modificare la normativa vigente togliendo burocrazia e dando legittimità a modalità di ingresso adesso assenti. Come lo sponsor per gli stranieri».

In tema di burocrazia e immigrazione, i fatti recenti sembrano contraddire l'orientamento della maggioranza. Sul passaggio alle Poste delle richieste per il permesso di soggiorno, deciso dal precedente governo, non è stata fatta marcia indietro. Non c'erano margini per rescindere il contratto?
«Credo sia difficile tornare indietro. Ma l'orientamento di governo e parlamento è trasferire le competenze per i permessi agli enti locali. In modo da garantire un rapporto diretto tra amministrazione e richiedente».

 

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